L’efficienza della solidarietà.
La Fondazione Roma protagonista del welfare civile.
Il nostro Paese è chiamato a ripensare il concetto ed i confini del welfare nella direzione di un passaggio ormai urgente da un welfare state ad un welfare civile, in cui lo Stato, i privati e gli organismi senza fini di lucro concorrano alla pari nell’offerta di servizi alla persona, in modo da prospettare un sistema che lasci spazio al bisogno di socialità e di partecipazione diretta dei cittadini alla gestione dei beni collettivi. Si tratta di quel modello descritto nel libro dal titolo Il terzo pilastro. Il non profit motore del nuovo welfare, con il quale ho elaborato la proposta secondo cui questo terzo pilastro, cioè il variegato mondo del non profit, deve diventare l’elemento nuovo e chiave, in grado di assicurare uno sbocco positivo al superamento della crisi dello stato sociale.
In questa prospettiva, un ruolo essenziale lo sta svolgendo la Fondazione Roma, la quale, interpretando alla lettera lo spirito della riforma Amato e di quella Ciampi, ha interrotto, sin dal 2002, il legame con la banca conferitaria, prima fra tutte le Fondazioni originate da quelle riforme, evitando indebitamenti ed inutili rincorse alla sottoscrizione di aumenti di capitale per mantenere il controllo della banca partecipata, così come fatto da quasi tutte le altre Fondazioni. Essa, invece, ha concentrato ogni energia e risorsa nell’attività filantropica e nel proporsi come vero think tank attento e propositivo verso le problematiche che interrogano il futuro del nostro Paese e della società globale. Istituzione di lunga e solida tradizione, espressione originale dell’autonomia privata e dello spirito di iniziativa della società civile, essa rappresenta la più grande fondazione italiana di natura associativa, che ha inteso orientare tutta l’attività istituzionale esclusivamente nel sostegno alla crescita del territorio di riferimento in settori strategici per lo sviluppo civile, come la sanità, la ricerca scientifica, l’istruzione, l’assistenza alle categorie sociali deboli, l’arte e la cultura, aggiornando costantemente le modalità di intervento e la struttura operativa.
Siamo orgogliosamente certi di essere sulla strada giusta e di aver già vinto molte sfide, e del passato e siamo parimenti certi di riuscire a raggiungere nuovi traguardi nel futuro, perseguendo e realizzando fino in fondo un progetto di concreta e fattiva sostenibilità sociale.
Presidente Onorario della Fondazione Roma