La rivoluzione keynesiana ha concettualizzato l’esistenza di una divergenza tra la razionalità in campo economico e in quello politico. Prima di questa rivoluzione, si riteneva che le divergenze tra la prassi commerciale e quella politica fossero arginate dalle convinzioni morali, con la conseguenza che la buona condotta dei governi avrebbe dovuto conformarsi alla buona condotta di una famiglia. Dopo la rivoluzione keynesiana, invece, si diffuse la convinzione che le norme che si applicano alla buona condotta di una famiglia non valessero per i governi, poiché quest’ultimi devono sovente agire secondo principi diversi e talvolta contrari ad una buona prassi familiare.
Di conseguenza, la nozione stessa di contratto come assunzione di responsabilità verso i cittadini è stata corrotta dalla pratica politica. La corruzione è stata facilitata anche dalla trasformazione del modello dominante di vita economica diffuso tra la popolazione, con il passaggio da una struttura di produzione ad una macchina per generare reddito.
Corrompendo il concetto di responsabilità contrattuale, legato al corretto rapporto tra Stato e cittadino, laddove quest’ultimo diviene creditore del primo, il debito pubblico è divenuto un vero cancro sociale all’interno di un sistema democratico liberale, sulla base dell’assunto che le patologie di una comunità politica vengono inesorabilmente alla luce. In altri termini, un governo malato che corrompe la nozione corretta di contratto, genera, attraverso il debito pubblico, un cancro che si estende a tutta la società, intesa non più come un insieme di persone che hanno relazioni – di natura economica o di altro genere – ma come semplice mezzo per generare un reddito, che viene poi investito per mantenere la macchina pubblica attraverso, appunto, lo strumento del debito.
Richard Wagner alla Lectio Minghetti: perchè il debito pubblico è diventato un cancro sociale.
15 marzo 2017