Scoperti due farmaci anti Covid, grazie a mini-polmoni

11 aprile 2022

Due farmaci anti Covid-19 sono stati individuati grazie ai test condotti in laboratorio su  mini-polmoni, ossia organi in miniatura ottenuti a partire da cellule immature (organoidi).  Entrambi hanno dimostrato di riuscire a evitare le forme gravi della malattia. Sono un  anticorpo monoclonale sintetico mirato alla principale arma del virus SarsCoV2, la proteina  Spike, e un composto (peptide), che agisce contro uno dei co-recettori del virus.

Pubblicato  sulla rivista Cells (Mdpi), il risultato si deve al gruppo dell’Università di Roma Tor Vergata  coordinato dal genetista Giuseppe Novelli, frutto dela ricerca internazionale condotta in  collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Università di Toronto e la  rete sanitaria no profit americana Renown Health, di Reno. La ricerca è stata realizzata  grazie ai finanziamenti della Fondazione Roma e del Ministero Università e Ricerca.  Gli organoidi sono minuscoli organi in 3D ottenuti a partire da cellule staminali non  embrionali. In questi laboratori viventi è stato possibile misurare il grado di risposta di  nuove molecole e nuovi anticorpi monoclonali. Entrambi i farmaci, rilevano i ricercatori, si  sono rivelati efficienti nell’impedire l’ingresso del virus nel mini-polmone, con una  diminuzione significativa nella produzione delle citochine e chemochine indotta  dall’infezione da SarsCoV2.  Nonostante sia un campo di ricerca molto nuovo, per Novelli “lo studio dei virus con gli  organoidi è considerato un modello entusiasmante per esplorare le interazioni tra cellule  umane e virus e la tecnologia potrebbe rendere la risposta alla prossima pandemia molto  più veloce. Inoltre, i risultati ottenuti dimostrano che gli organoidi sono un buon sistema per  studiare e testare molecole contro le infezioni virali”.  Di solito i virus vengono studiati su colture di cellule animali, ma questi sistemi non sono  buoni modelli dell’infezione da SarsCoV2 perché non rappresentano ciò che accade  nell’organismo. Gli organi in miniatura permettono invece di osservare direttamente i danni  provocati dal virus ai polmoni umani, inducendo la morte cellulare e la produzione delle molecole (chemochine e altre citochine), che possono scatenare una massiccia risposta  immunitaria che può essere letale.  I ricercatori hanno utilizzato organoidi di polmone creati in laboratorio e infettati con SARSCoV-  2 e le sue varianti per studiare gli effetti inibitori di anticorpi monoclonali e peptidi  identificati dallo stesso gruppo.  “Nonostante lo stato di emergenza sia stato dichiarato concluso, la pandemia è ancora in  atto. Il virus circola largamente in svariate parti del mondo, e come abbiamo imparato, più  circola, più muta”, osserva Novelli. Per questo “dobbiamo predisporci, senza allarmismi ma  con valutazioni attente e basate su solide evidenze scientifiche, a considerare possibile,  anche in futuro, l’attacco da parte di nuovi agenti virali, siano essi collegati o no a quello  attuale”, ha aggiunto il genetista. “Non dobbiamo abbassare la guardia – ha detto ancora –  e soprattutto non dobbiamo fermare la ricerca in questo campo. Nuove tecnologie, nuovi  approcci e nuove scoperte possono aiutare nelle cure e possono rivelarsi un’arma  strategica in futuro”.

Rassegna Stampa

05.04.2022 rassegna Covid, scoperti due nuovi farmaci contro il virus grazie ai mini-polmoni